Autore: Prof. Ugo Bardi
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01 feb, 2023
Prof. Ugo Bardi Docente di chimica presso l’Università di Firenze, si occupa di rifiuti da molti anni. È stato consulente della Prefettura di Napoli per la crisi dei rifiuti, come pure del Ministero dell’Ambiente. È autore di molteplici studi sulla gestione dei rifiuti a livello nazionale e globale. Non c’è cosa più infamata e disprezzata al mondo della parte organica dei rifiuti domestici. La parte che puzza del sacchetto, quella che tende a formare liquidi immondi, quella che attira insetti, topi, batteri, e altre creature orribili. Insomma, il peggio del peggio, l’essenza del concetto di “rifiuto” che viene da una parola latina che vuol dire “buttar via.” Eppure, il rifiuto organico è la parte più utile del rifiuto domestico. È quella parte che può essere trasformata completamente in un prodotto utile senza bisogno di trattamenti complicati e costosi . Confrontate, per esempio, con la plastica: riciclare la plastica è un incubo. Richiede tecnologie complicate e il risultato non è mai così buono come la plastica originale (si chiama “downcycling” – “riciclaggio verso il basso”).